Dopo aver indagato la figura evanescente dei padri contemporanei, il
secondo capitolo della trilogia In nome del padre, della madre, dei
figli sposta la lente di ingrandimento sulla figura intoccabile della
Madre – almeno per come la viviamo nel nostro paese.
Una figura che –
nonostante l’evoluzione del ruolo materno degli ultimi decenni –
ha mantenuto costante nel tempo una sorta di sacralità e onniscienza che
la rende ingiudicabile, al di sopra del bene e del male. Ed è così
compresa nel suo ruolo che rischia di diventare soffocante nei confronti
dei figli e escludente nei confronti di quei pochi padri che vorrebbero
interpretare a pieno titolo il proprio ruolo.
Al centro di tutto
questo, ancora una volta, figlie e figli silenti, assenti fisicamente
dalla scena ma perni assoluti della vicenda narrata.
Mario Perrotta
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